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Matt Black Special Prize – Gazes on Existence: un potente racconto collettivo curato da un maestro della fotografia documentaria

Matt Black Special Prize – Gazes on Existence: un potente racconto collettivo curato da un maestro della fotografia documentaria

Per la 16ª edizione degli URBAN Photo Awards, siamo orgogliosi di presentare un nuovo Premio Speciale curato da una delle voci più autorevoli della fotografia documentaria contemporanea: Matt Black. Celebre per il suo stile visivo crudo e poetico, Black ha selezionato una serie di progetti fotografici di grande impatto che saranno esposti insieme alle sue opere dal 24 ottobre al 9 novembre presso la Sala Sbisà del Magazzino 26, uno degli spazi espositivi principali del Trieste Photo Days 2025.

Il Matt Black Special Prize – Gazes on Existence non è un premio tradizionale con un solo vincitore, ma un riconoscimento curatoriale che valorizza progetti dotati di forte profondità documentaria e di potente risonanza emotiva. Le opere selezionate da Black tra le candidature della sezione Projects & Portfolios condividono un impegno comune: esplorare la condizione umana attraverso geografie, contesti sociali e prospettive personali differenti.


I seguenti autori esporranno i propri lavori accanto alla serie di Matt Black, in uno spazio condiviso pensato per stimolare un dialogo tra narrazioni visive provenienti da tutto il mondo:

Antonio Denti – Notes from the Edge

‘Notes from the Edge’ è un’esplorazione fotografica di un’epoca in cui il vecchio mondo è finito, ma il nuovo non è ancora arrivato, raccontando vite spinte ai margini da sviluppi epocali. Il progetto riflette il costante sforzo umano – tra transizione, agitazione e incertezza – di trovare un significato proprio in questi margini.


Maurizio Orlando – Daniel

Durante la crisi Covid a Montreal, ho incontrato Daniel, il solitario custode di una cappella, la cui quotidianità fatta di piccoli rituali racconta una vita ricostruita con silenziosa perseveranza. Documentando il suo mondo, ho indagato non solo la sua solitudine, ma anche le mie stesse domande su isolamento, invecchiamento e ricerca di significato.


Michele Zousmer – MIS[S]UNDERSTOOD

MIS[S]UNDERSTOOD mette in luce il ruolo fondamentale delle donne nella comunità Irish Traveller, ritraendole come pilastri della vita familiare e della tradizione, pur dovendo affrontare discriminazioni nonostante il loro valore culturale. Attraverso una narrazione visiva empatica e sincera, questo lavoro mira a umanizzare la comunità, sfidare i pregiudizi e suscitare una comprensione e una connessione più profonde.


Shaun O’Boyle – Anthracite Streets

Questo lavoro esamina i paesaggi urbani plasmati dalle miniere di antracite della Pennsylvania orientale, dove le “Patches” – insediamenti costruiti dagli immigrati per conto delle aziende minerarie – portano i segni della trasformazione industriale e ambientale. Esplorando questi insediamenti densi e i territori modificati, il progetto svela la storia stratificata della regione, l’architettura unica e la tensione costante tra sopravvivenza economica e impatto ambientale.


Altri progetti, inoltre, sono stati menzionati da Matt Black per la loro particolare potenza visiva e ricchezza tematica:

  • Eric FalkBetween The Light and The Shadow
  • Giorgio NegroHeile welt or a swiss panorama
  • Argus Paul EstabrookWhere Do We

Tutti questi lavori rispecchiano la visione di Matt Black, intrecciandosi con il suo interesse per le storie di resistenza, di marginalizzazione e per la dignità silenziosa delle vite dimenticate.


Matt Black
Fotografo della Magnum Photos, dedica il suo lavoro al racconto delle disuguaglianze sociali e ambientali nell’America rurale. Tra il 2014 e il 2020 ha percorso oltre 100.000 miglia attraversando 46 stati per realizzare il progetto American Geography, pubblicato da Thames & Hudson e protagonista di una mostra internazionale inaugurata al Deichtorhallen di Amburgo. Tra i suoi lavori principali figurano anche The Dry Land (sulla siccità in California) e The Monster in the Mountains (sulla sparizione di 43 studenti in Messico), entrambi pubblicati da The New Yorker. Ha ricevuto il W. Eugene Smith Award, tre Robert F. Kennedy Prizes e borse di studio da parte di National Geographic, Pulitzer Center, World Press Photo e altre istituzioni. 

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