Charles Fréger
Per oltre due decenni, il fotografo francese Charles Fréger ha sviluppato un corpus di lavori distintivo ed esteso, con una portata quasi enciclopedica. Nato nel 1975 e residente in Normandia, Francia, Fréger concentra il suo obiettivo su varie comunità – siano esse sportive, militari, festive o accademiche – per esplorare gli individui al loro interno e i codici visivi, i rituali e le uniformi che li legano insieme. La sua fotografia tratta spesso il corpo e l’abbigliamento come territori complessi dove l’identità viene espressa e costruita.
Inizialmente riconosciuto per la sua serie intitolata “Ritratti Fotografici e Uniformi”, l’approccio di Fréger si è evoluto, incorporando elementi di performance e video, conferendo al suo lavoro una dimensione sempre più teatrale. Viaggia molto, immergendosi in diversi gruppi sociali per creare ritratti formali ed empatici dei loro membri, spesso presentati in formati a figura intera o a mezzo busto.
Dal 2010, la sua attenzione si è ampliata significativamente verso mascherate e costumi che suggeriscono trasformazioni, andando oltre le uniformi tradizionali. Questo ha portato a grandi progetti che documentano elaborate tradizioni popolari e abiti rituali attraverso i continenti:
- Wilder Mann: Catturando rappresentazioni della mitica figura dell'”uomo selvaggio” nei festival popolari europei.
- Yokainoshima: Esplorando costumi da festival e personaggi del folklore giapponese.
- Cimarron: Documentando mascherate praticate dai discendenti degli schiavi africani nelle Americhe, celebrando la loro eredità e le loro storie di resistenza.
- Aam Aastha: Concentrandosi sulle rappresentazioni di incarnazioni e divinità in India.
Più recentemente, a partire dal 2015 circa, Fréger ha iniziato a sperimentare con la fotografia di silhouette. Questo lavoro si confronta spesso con figure della cultura visiva comune, come Giovanna d’Arco, spostando l’attenzione dalla persona alla storia e all’uso culturale delle loro rappresentazioni. Ciò comporta la fusione dell’iconografia storica con prospettive contemporanee.
Acclamato a livello internazionale per il suo stile sottile e poetico, Fréger usa il ritratto come forma di antropologia contemporanea. Il suo lavoro esamina attentamente le strutture sociali, l’identità e il potere dell’abbigliamento – dalle uniformi ai costumi elaborati – come una “seconda pelle” che è sia individuale che unificante. Continua a esporre ampiamente il suo lavoro e ha pubblicato tre nuovi libri nel 2023
Sito web: https://www.charlesfreger.com/
Instagram: https://www.instagram.com/charlesfreger/